L’organismo patogeno nella figura in copertina fu il responsabile di un’epidemia che, verso la metà del diciannovesimo secolo, ridusse di un quarto la popolazione irlandese. Ma non è un patogeno umano: si chiama Phytophthora infestans e i suoi ospiti sono le solanacee (pomodori, patate, tuberi). Tra il 1845 e il 1849, la peronospora della patata uccise un milione di irlandesi; un altro milione e mezzo fu costretto a emigrare per sopravvivere alla carestia.
Dopo una lunghissima pausa (mancavo da novembre…) torno a scrivere per il Tascabile. Il soggetto: come le piante e i loro acciacchi hanno sconvolto la storia dell’uomo.

Le malattie delle piante che hanno scritto la storia umana
Nel romanzo del 1956 Morte dell’erba di John Christopher (pseudonimo di Sam Youd), un virus delle graminacee chiamato Chung-Li causa una carestia globale. Nella lotta per la sopravvivenza che segue, due famiglie in viaggio attraverso l’Inghilterra vedono cadere tutti i baluardi del vivere civile: la legge, i legami familiari, gli scrupoli morali. Da simili premesse, ma con sviluppi meno cupi, parte la storia del recente film Interstellar: l’umanità è costretta ad abbandonare la Terra a causa di una fitopatologia incontrollabile, una malattia delle piante che si nutre di azoto e si estende progressivamente a tutte le colture. Man mano che la vegetazione scompare, l’ossigeno prodotto dalla fotosintesi si riduce, e la terra nuda, sollevata dal vento, crea tempeste di polvere che rendono l’aria irrespirabile.
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Paesaggi a rischio Spesso interi paesaggi hanno mutato volto per un’epidemia vegetale. In America, il cancro del castagno ha divorato i tronchi dei suoi ospiti fino a determinare in poche decine di anni la scomparsa degli imponenti castagneti che nell’Ottocento adornavano le aree montane del Nord America. Negli anni Sessanta e Settanta la grafiosi dell’olmo, causata da una specie particolarmente virulenta di funghi Il valore alimentare, economico ed estetico delle piante e costantemente sotto attacco; anche se oggi disponiamo di strumenti fitosanitari e di controllo che permettono un pronto intervento, ci sono nuove sfide da fronteggiare, tra i cambiamenti climatici, le modifiche dell’assetto idrogeologico e la comparsa di malattie inedite, favorite anche dall’estensione globale degli scambi commerciali. Basta pensare allo sconcerto generato pochi anni fa in Puglia dall’apparizione del complesso del disseccamento rapido dell’olivo, una patologia mai diagnosticata prima al mondo e causata da una sottospecie del batterio